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Santi Partenio e Calogero Martiri

19 maggio

† 304

Sono sepolti nel cimitero di San Calisto a Roma, questi due martiri morti nel 304, ricordati nel giorno del loro dies natalis: probabilmente si tratta di due fratelli di origine armena, eunuchi di un certo Emiliano che in punto di morte affidò loro la figlia Anatolia Callista.

Martirologio Romano: Sempre a Roma, santi Partenio e Calogero, martiri, che, sotto l’imperatore Diocleziano, resero insigne testimonianza a Cristo.


La Depositio Martyrum ricorda, al 19 maggio e con la data consolare del 304, Calogero e Partenio come sepolti nel cimitero di Callisto. Secondo l’itinerario De locis, i due martiri erano posti in sepolcri singoli nella regione detta “di Eusebio” che può essere datata, con una certa sicurezza, al tempo di papa Marcellino (296 – 304). Di Calogero e Partenio non si sa nulla di preciso: infatti, sono leggendari la passio attuale e il latercolo del Martirologio Geronimiano, che dipende senza dubbio da una passio perduta. Secondo il Geronimiano, infatti, i due erano eunuchi e appartenevano alla famiglia dell’imperatore Decio; secondo la passio attuale, invece, Calogero e Partenio, fratelli e di origine armena, erano eunuchi di un certo Emiliano che, morendo, affidò loro la figlia Anatolia Callista. Con tutta probabilità, l’origine orientale e lo stato sociale dei due santi furono suggeriti dai loro nomi, che fanno pensare a nomi di schiavi o di liberti. Arrestati durante la persecuzione di Decio, Calogero e Partenio furono consegnati a Libanio, prefetto della città, che li fece morire tra aspri tormenti nel 250.
Questa data è in aperto contrasto con quella indicata nella Depositio Martyrum e, ad accrescere la confusione, si aggiunge la commemorazione dei due martiri fatta dal Geronimiano all’11 febbraio, giorno apparentemente confermato da un graffito scoperto nel cimitero di Callisto. Per conciliare le due indicazioni cronologiche, il De Rossi, che teneva in gran conto la passio, avanzò l’ipotesi che il martirio fosse realmente avvenuto nel 250 e che nel 304 si sia avuta solo una traslazione. All’accettazione di questa ipotesi, già inficiata a priori dallo scarso valore storico della passio, si oppongono serie difficoltà. Infatti, la regione nella quale erano i sepolcri dei martiri appartiene certamente all’inizio del sec. IV e, inoltre, una traslazione del 304, mentre era in pieno svolgimento la persecuzione di Diocleziano, oltre che impossibile e inutile, sarebbe stata anche estremamente pericolosa, dal momento che i cimiteri erano sorvegliati dalla polizia. Infine, la natura della Depositio Martyrum e il tempo in cui essa fu redatta (336) propendono a fare accettare come più probabile il 304 come data del martirio di Calogero e Partenio. Resta, però, difficile spiegare la commemorazione dell’11 febbraio , attestata dal Geronimiano e dal graffito, poiché la passio attuale, quella perduta e la Depositio Martyrum riportano chiaramente al 19 maggio il dies natalis dei due martiri. Si potrebbe avanzare l’ipotesi che l’autore del graffito abbia voluto ricordare non il dies natalis di Calogero e Partenio, ma solo il giorno della sua visita la cimitero di Callisto: quella data, notata poi dai pellegrini, fu ritenuta quella del dies natalis e come tale entrò nei codd. del Geronimiano. Si potrebbe anche pensare che la commemorazione dell’11 febbraio ricordi il giorno in cui i corpi dei martiri furono trasportati in una basilica romana.


Autore:
Agostino Amore


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2000-04-05

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