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San Bernardo di Capua Vescovo

12 marzo

Carinola, 1040 - 1109

In alcuni manoscritti di Capua e di Napoli, si afferma che Bernardo fu cappellano di Riccardo (1090-1106), figlio di Giordano, principe di Capua e che per i suoi meriti fu eletto vescovo di Calinulum o Carinula, oggi Carinola, nella diocesi di Sessa Aurunca. Avrebbe trasferita la sede episcopale di Forum Claudii (l'odierna Ventaroli) a Calino, dove sotto Arachi, principe di Benevento, avrebbe trasportato le reliquie di un s. Martino eremita, dal monte Marsico.

Emblema: Bastone pastorale


Il Martirologio Romano ricorda al 12 marzo Bernardo vescovo e confessore, ma il suo nome sarebbe stato aggiunto nel calendario capuano assai tardi. Bernardo è una delle figure più emergenti del secolo XI nella terra di Campania che era sotto il principato della potente città di Capua. Bernardo nacque intorno all’anno 1040, non si sa con precisione dove, in quale città o paese. Per l’amore dimostrato da Bernardo per Carìnola, si ritiene che Egli sia nato proprio a Carìnola da nobile e rispettabile famiglia. Di progenie onesta e praticante, Bernardo ricevette già in famiglia educazione, fede e istruzione culturale. Ma per completare una formazione umana e sociale più distinta e per avviarlo agli studi umanistici superiori, Bernardo fu inviato dai genitori all’Abbazia di Montecassino, allora governata dalla saggezza e santità dell’Abate Desiderio, che fu poi Papa col nome di Vittore III. Bernardo si distinse per vivida intelligenza, illibatezza di costumi, per impegno di studio.Furono suoi amici ed emuli nella santità e nello studio Ildebrando di Soana, che fu poi Papa col nome di Gregorio VII, predecessore di Vittore III, e San Pier Damiani, cardinale poi dottore della Chiesa. Bernardo trascorse vari anni a Montecassino,e completò i suoi studi con la ordinazione sacerdotale. Il Papa Alessandro II aveva di poco nominato principe di Capua Giordano, e questi scelse come suo Consigliere e Cappellano di corte il nostro Bernardo, ritornato da poco a Carinola. Il Principe normanno di Capua “lo chiamò a sé,per Coadiutore e Consigliere; si era nel 1080, anno in cui subentrato al padre nel principato si riaccostò al papato pur se per breve periodo, in quanto nel 1082 passò al partito imperiale.
La coincidenza dell’anno e delle circostanze prova che il principe normanno aveva buone relazioni con i Benedettini di Montecassino che probabilmente non furono estranei al suo ravvicinamento col Papa Gregorio VII La figura di Bernardo alla corte di Capua è quella di un personaggio riverito e rispettato.Nulla si trattava in corte, nessuna decisione veniva presa se prima non si ascoltava il parere del Cappellano e Consigliere Bernardo, che sempre si distingueva per la sua umiltà e dolcezza: “Nihil tracteret vel ageret ut prius Sacri Consilium non haberet” Morto il Vescovo Giovanni nel 1086 e rimasta vacante la sede vescovile, clero e popolo si consultano per designare il successore, come era uso allora. La scelta è scontata ed unanime, e cade sul nome di Bernardo, un sacerdote del clero locale e diocesano, un carinolese, da tutti conosciuto e stimato. La designazione di Bernardo a Vescovo della Diocesi non stupisce nessuno: Bernardo non ha avuto e non ha concorrenti, e clero e popolo si stringono intorno a Lui. La notizia della scelta di Bernardo a Vescovo fu accolta a Roma come voce del cielo e il nuovo Papa Vittore III – già abate di Montecassino - eletto da poco non solo ratificò e rese valida, con la sua autorità, la designazione di Bernardo a Vescovo, ma con gesto di rinnovata e paterna bontà, il Papa decise di andare di persona a Capua per consacrare il Vescovo Bernardo. Il 21 marzo 1087 il Papa Vittore III consacrò Bernardo, che aveva circa 47 anni; fecero corona al Papa i Vescovi della zona convenuti a Capua per questa eccezionale solenne cerimonia papale. Il Papa infuse nell’animo e nel cuore del novello Pastore un rinnovato spirito di zelo e fervore apostolico. Abbracciò il suo antico discepolo, divenuto ora Vescovo della Chiesa di Dio. Bernardo Vescovo salutò le rappresentanze diocesane, ma prima di prendere possesso della Sede Vescovile, si recò a Roma per ringraziare ancora il Papa Vittore III, per apporre la sua firma autografa nel Registro dei Vescovi, conservato nell’Archivio Segreto Vaticano. Ricevette il sigillo vescovile, lo stemma, e pagò per la bolla di nomina la somma ridotta di soli 20 ducati, trattandosi di una Diocesi povera. Il Faro benedettino di Montecassino diffonderà, così, sempre più intensamente la sua luce nella piana carinolese, facendo rivolgere gli sguardi al nostro santo – benedettino cassinese e confratello di Desiderio poi Vittore III – “per unanime consenso, poiché egli era riconosciuto come l’uomo più idoneo al ministero pastorale per dottrina, saggezza e moralità”. Se nel giro di pochi mesi il Papa neoeletto non fosse stato chiamato all’eterna gloria, certamente il Papa voleva accanto a sé il santo vescovo Bernardo perché nel disegno di Dio era scritto che il Pontefice nel Regno Celeste doveva essere accolto quale il Beato Vittore III. La prima preoccupazione del nuovo Vescovo fu quella di costruire una nuova sede vescovile a Carinola “nella Città collocata in un sito molto sicuro”. La Diocesi si estendeva all’agro carinolese che comprendeva “i relativi Casali e Villaggi ”. Col nuovo Vescovado –un prezioso monumento di stile romanico a cinque navate - S. Bernardo costruì il Palazzo Vescovile. “Egli con grande fede e zelo, si accinge alla costruzione del tempio e delle abitazioni necessarie in honorem sanctae et intemeratae Virginis Mariae et B. Ioannis Baptistae fabricavit Ecclesiam et domos competentes, in quibus Episcopus cum suis clericis habitarent” (Acta). La secnda sua opera, la Translazione nel 1095 di S. Martino Penitente, doveva affidare al popolo carinolese la pienezza del Suo santo pensiero: la translazione doveva significare la conferma della sacralità cristiana del tempio, prima ancora della consacrazione della Cattedrale doveva consolidare concretamente il legame storico-religioso tra la cattolicità di Carinola e l’insegnamento di S. Benedetto di Montecassino, dando più degna sepoltura ai Resti del Santo monaco benedettino eremita, e proclamando S.Martino Penitente Patrono di Carinola. Nell’anno 1100 Bernardo si recò a Roma dal Papa Pasquale II (1089-1109) che si degnò di venire di persona a consacrare la nuova Cattedrale. S. Bernardo, senza dubbio, ha esercitato con chiarezza, tatto e fermezza la sua funzione di ambasciatore di Cristo, ed è stato un dispensatore meraviglioso e munifico dei misteri di Dio, prima tra il suo popolo a Carinola, e poi nella Corte di Capua. Egli svolse un apostolato nuovo in un tempo di restaurazione. E curò anche la riforma del clero del tempo, ammaestrando e richiamando, istruendo e incitando i buoni sacerdoti col suo esempio e la sua parola. S. Fu Santo autentico, generoso, donatore di santità. Andando per le campagne, cavalcando un asinello, a chiedere oboli per la costruzione della Cattedrale, profittava dell’occasione per incontrare e conoscere i componenti delle famiglie. La sua povertà ed umiltà terrena divennero ricchezza davanti a Dio: perciò ricco di meriti, di lodi e di gloria entra nei cieli. Così quando il Signore invitò il Suo Servo fedele a entrare nella gloria, Bernardo si presentò al Suo Signore con umiltà, fiducioso di incontrare il Dio dell’Amore e della Bontà. Onusto di buone opere, benedetto dai suoi fedeli di Carinola, S. Bernardo volò al cielo il 12 marzo 1109. E fu sepolto nella Sua Cattedrale, in quanto il conte Gionata e la famiglia,che avevano preparato per sé un sarcofago di marmo, scolpito da antichi romani e reperito in qualche villa dei dintorni, offrirono al loro Padre e Maestro questo sontuoso sarcofago romano, nel quale furono deposte e tuttora si venerano le spoglie di S. Bernardo, poi proclamato “Compatrono” di Carinola.


Autore:
Giovanni Iannettone

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Aggiunto/modificato il 2005-10-04

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