VESTIGES OF PORCINAI'S AFRICAN GARDEN.
by Edna Peres and Andrea Zamboni
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VESTIGIA DEL GIARDINO AFRICANO DI PORCINAI.
di Edna Peres e Andrea Zamboni
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On 9 July 1969, only 5 months after commissioning Milanese architect Marco Zanuso (1916-2001) to design a house for his family, the pioneering fashion retailer named Sydney Press (1919-1997) sent an invitation that would bring Pietro Porcinai (1910–1986) to his remote 5600 ha farm in the rolling hills of Lydenburg, South Africa. Press and his wife Victoria di Luria Press (1927-2015) wanted Coromandel House (Casa Press) to integrate naturally with the landscape, and so, Press asked Zanuso to invite a landscape architect to settle the design with him. He added “we would […] prefer a landscape architect […] who is not, repeat not, committed to formal patterns, but rather one whose designs are likely to blend with the character of the farm” (Press, 1969). Two days later, Zanuso confirmed that Porcinai, would join him on his return trip to South Africa. The collaboration of Porcinai and Zanuso in South Africa during 1969-1971 created a hidden legacy which is now revealed in a new monograph by the authors of this article, titled Creating Coromandel: Marco Zanuso in South Africa, published by Artifice Press (2022).
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Il 9 luglio 1969, cinque mesi dopo aver incaricato l'architetto milanese Marco Zanuso (1916-2001) di progettare un’abitazione per la sua famiglia, il pionieristico commerciante di moda Sydney Press (1919-1997) inviò a Pietro Porcinai (1910–1986) un invito che lo avrebbe portato nella sua remota fattoria di 5.600 ettari collocata sulle dolci colline di Lydenburg in Sud Africa. Press e sua moglie Victoria di Luria Press (1927-2015) volevano che Coromandel House (Casa Press) si integrasse in modo naturale con il paesaggio, ragione per la quale Press chiese a Zanuso di invitare un architetto paesaggista che potesse seguire assieme a lui il progetto. Aggiunse “preferiremmo […] un architetto paesaggista […] che non sia, ripeto, impegnato in schemi formali, ma piuttosto uno i cui progetti possano fondersi con il carattere della fattoria” (Press, 1969). Due giorni dopo, Zanuso conferma che Porcinai si sarebbe unito a lui nel suo viaggio di ritorno in Sud Africa. La collaborazione di Porcinai e Zanuso in Sud Africa nel periodo 1969-1971 ha creato un’eredità misconosciuta ai più che ora viene rivelata in una nuova monografia da noi curata e intitolata “Creating Coromandel: Marco Zanuso in South Africa” edita da Artifice Press (2022).
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Porcinai and Zanuso, Coromandel Farm, South Africa, 1969 (Sydney and Victoria Press Family Archive - photographer unknown, most likely Sydney Press).
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Porcinai e Zanuso, Coromandel Farm, Sud Africa, 1969 (Archivio di Famiglia Sydney and Victoria Press - fotografo sconosciuto, probabilmente Sydney Press).
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Zanuso’s design for Coromandel House was revolutionary: from a central nucleus of living spaces set on three levels, four dormitory wings extend into the landscape beyond the facades of the building. The turfed roof rests on a concrete frame with brick infill and clad with stones from the farm onto which local plants were grown. Without directing the botanical aspects, at the crux of Zanuso’s design was the link between architecture and nature where “architecture originates as the relationship towards landscape” (Calgarotto, 2014, p.186). He pushed it to the essence of what it means to inhabit a place with one’s senses (ibid). A response to site morphology and themes of recreated or contained habitat punctuated by courtyards, roof gardens, and vegetated walls are now prevalent in environmental design, but missing element then was the botanical layering as essential to the experience of the house (Katsikakis, 2020).
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Il progetto di Zanuso per Coromandel House è rivoluzionario: da un nucleo centrale di spazi abitativi disposto su tre livelli leggermente sfalsati altimetricamente, quattro ali di spazi abitativi si estendono nel paesaggio oltre le facciate dell’edificio. Il tetto con manto erboso poggia su un telaio in cemento armato con tamponamento in mattoni e rivestito con pietre provenienti dalla fattoria, da cui provengono anche le piante endemiche qui appositamente coltivate. Senza indirizzare gli aspetti botanici, al centro del progetto di Zanuso vi era comunque lo stretto legame tra architettura e natura dove “l’architettura nasce come rapporto con il paesaggio” (Calgarotto, 2014, p. 186). Questo ha spinto verso l'essenza di ciò che significa abitare un luogo con i propri sensi (ibid.). Una risposta alla morfologia del sito e ai temi di un habitat ricreato o contenuto, punteggiato da cortili, giardini pensili e muri con vegetazione sono oggi prevalenti nell’ambito della progettazione ambientale, ma l’elemento allora mancante era la “stratificazione botanica” come dato essenziale all'esperienza della casa (Katsikakis, 2020).
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Coromandel House (Casa Press), 1975 (Zanuso Fund, Archivio del Moderno, Mendrisio - photographer unknown but most likely Marco Zanuso).
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Coromandel House (Casa Press), 1975 (Fondo Zanuso, Archivio del Moderno Zanuso Fund, Archivio del Moderno, Mendrisio - fotografo sconosciuto, probabilmente Marco Zanuso).
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Porcinai’s masterplan connecting the house and farm, 1970 (Archivio Porcinai).
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Planimetria generale di progetto di Porcinai che collega la casa alla fattoria, 1970 (Archivio Porcinai).
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Porcinai led the team in an ecological and indigenous approach in the garden around the house, and also other areas on Coromandel Farm including avenues, the stables, the dams and canals, and the nursery. Many drawings under the name Farm Swagershoek are preserved in the Porcinai Archive as well as the Zanuso collection at the Archive of the Modern. His masterplans included the house and stables, with a pathway along a series of dams and canals linking the two. Porcinai also prepared extensive indigenous planting lists including flora such as Sparmannia Africana. He provided reports regarding the optimal nursery design, the design of a house for the nurseryman, the greenhouse design and suggestions for improved convenience at the waterfalls (parking, a bar with refrigerator and dressing rooms). The meandering driveway that connected the stables to the house and which included small bridges over furrows in the veld was a key aspect in experiencing the landscape before discovering the house. It was one of the few design elements that were implemented – albeit with challenges. Due to the lack of detailed survey drawings, the contractor found himself having to dig a trench through portions of the road, which raised concerns for the clients. However, in a letter to Victoria preserved in the Archive of the Modern, Porcinai insisted that the effect of grading the road above and below the datum of the natural ground line would enhance the dramatic effect of moving through the veld to create a sense of arrival more interesting than “a continuous movement along an untouched hillside”.
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Porcinai ha guidato verso un approccio ecologico e indigeno del giardino intorno alla casa così come in altri spazi della Coromandel Farm, inclusi i viali, le stalle, le dighe e i canali come anche il vivaio. Molti disegni che riportano il nome di “Farm Swagershoek” sono conservati nell'Archivio Porcinai, trovando un analogo nella raccolta Zanuso presso l'Archivio del Moderno dell’Accademia di Mendrisio (CH). I suoi disegni planimetrici d’insieme includono la casa e le stalle, con un percorso lungo una serie di dighe e canali che le collegavano assieme. Porcinai ha anche preparato vasti elenchi di piante indigene, inclusa la flora come la Sparmannia Africana. Ha fornito relazioni sull’ottimale progettazione del vivaio, la progettazione di una casa per il vivaista, la progettazione della serra e suggerimenti per una maggiore accessibilità alle cascate (un parcheggio, una zona bar con refrigeratore e spogliatoi). Il vialetto tortuoso che collegava le scuderie alla casa - e che comprendeva ponticelli attraverso gli avvallamenti nel veld - era un aspetto fondamentale per vivere il paesaggio prima di scoprire la casa. È stato uno dei pochi elementi di progetto effettivamente realizzati, anche se non senza difficoltà. A causa della mancanza di rilievi dettagliati, il costruttore si è trovato a dover scavare una trincea in alcuni tratti della strada, con grandi preoccupazioni da parte dei committenti. Tuttavia, in una lettera a Victoria conservata nell'Archivio del Moderno, Porcinai insiste sul fatto che l’effetto di livellare la strada sopra e sotto la linea naturale del suolo avrebbe aumentato l'effetto drammatico della risalita attraverso il veld per creare all’arrivo un’impressione più interessante piuttosto che “un continuo movimento lungo un pendio incontaminato".
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Perspective study for Coromandel House garden, 1970 (Archivio Porcinai).
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Studio prospettico del giardino di Coromandel House, 1970 (Archivio Porcinai).
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From the middle of 1969 he planned and advised on landscaping on the farm, Press’ future business headquarters, Edgardale, and his Inanda home, both in Johannesburg. By March 1971, Porcinai’s request for an on-site professional to oversee the project and provide regular updates was not followed through and he found it impossible to continue. Decades later, Victoria mentioned Porcinai’s influence in establishing the native gardening strategy that has become integral to the Coromandel House experience (Chia, 2015). Porcinai’s biography lists the Coromandel House project (Villa Transvaal 1969–1971) as unbuilt, yet ironically, his input in Coromandel has contributed to the natural garden movement in South Africa.
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Dalla metà del 1969 Porcinai progettò e consigliò interventi paesaggistici per la Coromandel Farm, così come per il futuro quartier generale degli affari di Sidney Press, Edgardale, e la sua abitazione di Inanda, entrambi a Johannesburg. Nel marzo 1971, la richiesta di Porcinai di avere un professionista in loco per poter supervisionare il progetto e fornire aggiornamenti con regolarità non fu soddisfatta e gli risultò pertanto impossibile proseguire il suo impegno. Decenni dopo, Victoria ha menzionato l'influenza di Porcinai nel definire la strategia di giardinaggio con piante endemiche che è diventata parte integrante dell'esperienza della Coromandel House (Chia, 2015). La biografia di Porcinai elenca il progetto Coromandel House (Villa Transvaal 1969–1971) come non realizzato, ma paradossalmente, il suo contributo a Coromandel ha avuto una grande influenza sull’evoluzione del movimento dei giardini naturali in Sud Africa.
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Coromandel House, the relationship of the building and the landscape, 2021 (photo: Christoffle Mentz).
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Coromandel House, relazione tra edificio e paesaggio, 2021 (foto: Dewald van Helsdingen).
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Coromandel House camouflaged within its indigenous garden, 2014 (photo: Dewald van Helsdingen).
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Coromandel House mimetizzata nel suo giardino con piante endemiche, 2014 (foto: Dewald van Helsdingen).
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The pond leading to the swimming pool, c.1980 (Sydney and Victoria Press Archive - photographer unknown, most likely Sydney Press).
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Il laghetto verso la piscina, c.1980 (Archivio di Famiglia Sydney and Victoria Press - fotografo sconosciuto, probabilmente Sydney Press).
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The Coromandel House garden has altered significantly over the past five decades. Trees have matured, tastes have changed and now it appears as a, exotic forested oasis where nature has taken over. Yet, three traces of the wild garden, envisioned by Porcinai, are still visible:
- Firstly, the wild aesthetic with an understanding of local flora and habitat to create a continuation of the grassland biome.
- Secondly, the landscaping is inseparable from the architecture – the walls and roof of the building itself becomes a habitat for new life to take hold.
- Thirdly, the garden emphasised the ancient spirit of the place, which the architecture complemented, and as such the design was not always gentle, but involved earthworks, planting large trees, redirecting water, and uprooting, planting and replanting endemic flora to emphasise the sensory experience of the entire ecosystem.
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Il giardino di Coromandel House è mutato in modo significativo negli ultimi cinque decenni. Gli alberi sono cresciuti, i gusti sono cambiati e oggi appare come un’oasi boscosa dal carattere esotico, dove la natura ha preso il sopravvento. Eppure sono ancora visibili tre tracce del giardino naturale immaginato dal Porcinai:
_ In primo luogo l'estetica della natura incontaminata selvaggia con una conoscenza della flora e dell'habitat locali per creare una continuità con il bioma delle praterie;
_ In secondo luogo, il paesaggio risulta, oggi come allora, inseparabile dall'architettura: le pareti e il tetto dell'edificio stesso rappresentano un habitat in cui nuova vita può prendere piede;
_ In terzo luogo il giardino enfatizzava lo spirito ancestrale del luogo, che l'architettura andava a completare, e come tale la sua realizzazione, certamente invasiva in un primo momento, prevedeva lavori di sterro, piantumazione di grandi alberi, lavori per reindirizzare l'acqua e sradicare, piantare e reimpiantare la flora endemica per enfatizzare l’esperienza e la sensorialità dell'intero ecosistema.
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Mature indigenous trees, almost 60 years after the garden design began, 2014 (photographer Dewald van Helsdingen).
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Alberi autoctoni maturi quasi 60 anni dopo l'inizio della progettazione del giardino, 2014 (foto Dewald van Helsdingen).
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The pond in the water courtyard, now empty, 2014 (photographer Dewald van Helsdingen).
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Il laghetto nel cortile d'acqua, oggi vuoto, 2014 (foto Dewald van Helsdingen).
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The natural garden reached its peak in the early 1980s. Although other landscape architects passed by Coromandel, including Roberto Burle Marx (1909-1994), Porcinai was the first to interpret a wild garden design. In its prime, the balance between architecture, interior and landscape carefully orchestrated an experience that heightened the senses and has left a lasting impression, even to this day.
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Il giardino naturale ha raggiunto il suo apice nei primi anni Ottanta. Sebbene altri architetti paesaggisti siano passati da Coromandel, tra i quali Roberto Burle Marx (1909-1994), Porcinai è stato il primo a interpretare il progetto di un giardino selvaggio, come di natura intoccata dall’uomo. Al suo apice, l'equilibrio tra architettura, interni e paesaggio ha orchestrato con cura un'esperienza che intensifica i sensi e ancora oggi lascia un'impronta e un’impressione duratura.
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Short bibliography| to know more:
Calgarotto, A, “The Sky in the Room: Marco Zanuso: Holiday Houses”, House and Site: Rudofsky, Lewerentz, Zanuso, Sert, Rainer, Firenze University Press, 2014, pp. 186–237.
Chia, M, “Victoria Press’s Blithe Spirit”, The New York Times Style Magazine, April 2015.
Katsikakis, D, (Architect) Interview: Victoria’s course at the AA, her design knowledge and approach to Coromandel, Zoom, 7 August 2020
Press, S. (Client) Letter. Sydney's invitation letter to Marco Zanuso sent via Cesar Larini, Zanuso Collection, Archivio del Moderno, 8 July 1969
Instagram: @friendsofcoromandel
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Breve bibliografia/ per approfondire:
Calgarotto, A, “The Sky in the Room: Marco Zanuso: Holiday Houses”, House and Site: Rudofsky, Lewerentz, Zanuso, Sert, Rainer, Firenze University Press, 2014, pp. 186–237.
Chia, M, “Victoria Press’s Blithe Spirit”, The New York Times Style Magazine, Aprile 2015.
Katsikakis, D, (Architetto) Intervista: il corso di Victoria presso l'AA, la sua conoscenza del design e il suo approccio a Coromandel, Zoom, 7 agosto 2020
Press, S. (Client) Letter. Lettera di invito di Sydney Press a Marco Zanuso inviata attraverso Cesare Larini, Collezione Zanuso, Archivio del Moderno, 8 luglio 1969
Instagram: @friendsofcoromandel
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IL GIARDINO DI CASA VIVANTE
di Gianni Medoro
(le fotografie sono di Gianni Medoro)
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La vasca/fontana con le piante acquatiche; sullo sfondo la casa il tetto del fienile, 1990.
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Lungo l'antica Via Bolognese, in una zona collinare prossima a Firenze, Pietro Porcinai realizza, tra il 1984 e il 1985, un intervento di dimensioni contenute ma molto significativo perché ispirato ad alcuni dei principali criteri progettuali che informano la sua opera paesaggistica: agire sui percorsi e sulla divisione delle funzioni negli spazi esterni con atteggiamento di profondo rispetto per l'ambiente e per le stratificazioni storiche.
In questo caso Porcinai è chiamato dai nuovi proprietari di una ex casa colonica, divenuta dimora di villeggiatura, per intervenire sul giardino allo scopo di rendere più fruibili e significativi gli spazi esterni. In essi, esposti a sud-est e degradanti verso valle, si dispongono, oltre alla casa padronale, due altri edifici: il fienile, adibito a studio di pittura della proprietaria, che segue il degradare del terreno, e la foresteria ricavata nella rimessa degli attrezzi.
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Planimetria e sezione del giardino (Studio Porcinai, variante 15/06/1984, Archivio Porcinai).
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La situazione risulta condizionata da un accesso pedonale e carrabile e da una zona di sosta auto, preesistenti, che compromettono l’area, posta di fronte alla casa, e di questa ideale prosecuzione esterna. Di qui la scelta di modificare l'accesso, creando un percorso carrabile spostato ai margini della proprietà, il quale, insinuandosi tra i preesistenti ulivi arricchiti alla base da arbusti di Teucrium fruticans e Viburnum tinus, viene fatto correre incassato tra i muri ricoperti di Hedera algeriensis, mantenendosi sempre più basso rispetto allo spazio verde davanti casa.
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La nuova strada di accesso alla proprietà, 1994.
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La nuova area di sosta delle auto, inerbita, e dislocata vicino al fienile, nel punto più basso della proprietà, interclusa alla vista da una duna piantata con Teucrium fruticans, è ombreggiata con una pergola in metallo e pali in legno di castagno ricoperta di Wisteria sinensis.
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La pergola del parcheggio in ferro e pali di castagno sbucciati, ricoperta da Glicini,1994.
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Altri materiali naturali sono utilizzati per la scala che conduce alla casa, in pietra serena, costeggiata dalla tappezzante Plumbago larpentae, e per il percorso carrabile, in cubetti di porfido posati a “coda di pavone” su sabbia; le percorrenze pedonali dell'area d'ingresso sono risolte con lastre di pietra di recupero accostate ad aiuole di Mahonia, Osmanthus e Ficus repens a ricoprire i muri laterali.
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Il secondo cancello d'ingresso alla proprietà; sulla destra la scala d'accesso alla casa, 1994.
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Un solo problema rimaneva aperto nella nuova sistemazione: raggiungere in caso di necessità, l'abitazione con l'auto, problema brillantemente risolto mediante una strada inerbita accompagnata da una bordura di rosmarino e Rosa 'Sea Foam', che adiacente al giardino collega il percorso carrabile con l'aia lastricata antistante la residenza.
Un filare di cipressi lungo il muro di confine fa da filtro alla via Bolognese, mentre gli altri confini sono mascherati da una folta siepe di Arbutus unedo, Viburnum tinus e Quercus ilex.
La svantaggiosa situazione di partenza viene dunque ribaltata mediante l'attenta modifica delle percorrenze, ottenendo così un ampio giardino che fronteggia il porticato dell'abitazione e si distende per circa quaranta metri quasi, in piano. Infatti il materiale terroso risultante dallo scavo della strada e del parcheggio viene accortamente recuperato in loco per ridurre la pendenza al 2% circa, una prassi del riuso che caratterizza gli interventi di Porcinai.
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il percorso carrabile in porfido e quello inerbito per raggiungere la casa in caso di necessità, 1994.
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Veduta del giardino e del percorso carrabile dalla scala d'accesso alla casa, 1994.
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Nella progettazione del giardino le scelte rispettano e ripropongono l'antica connotazione colonica dell'edificio di abitazione: l'aia lastricata di fronte al portico dialoga con i preesistenti ulivi e alberi da frutto, dei quali viene conservata la casuale dislocazione, mentre il nuovo disegno dello spazio è affidato ad una siepe di bosso 'antico' di recupero, alta 80 centimetri che cita, alla fine dello spazio pianeggiante, le dimensioni dell'aia, convertendola in una 'balconata' sulla campagna, le cui scarpate sono piantate con Veronica andersonii e gruppi di Rosa 'Mutabilis Chamois' . La interrompe al centro una scala in pietra, di collegamento con la strada, che crea un cono visivo verso il panorama agreste. Questa sorta di 'aia vegetale' costituisce a sua volta il fondale della veduta dalla casa, accompagnata da quattro sfere di bosso 'antico' e intercettata sull'asse centrale da una fontana circolare, a raso con il prato, arricchita da un gioco d'acqua e dalle fioriture delle ninfee e della Thalia dealbata.
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Il giardino davanti la casa con la vasca fontana e la siepe di bosso 'antico'; a destra la strada carrabile inerbita per raggiungere la casa, a sinistra l'ampliamento semicircolare fatto eseguire in corso d'opera da Porcinai, 2014.
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La consuetudine di Porcinai di seguire attentamente di persona la realizzazione del progetto porta, in corso d'opera, ad una correzione, mirata ad armonizzare meglio il prato davanti alla casa con il paesaggio circostante mediante un ampliamento di forma semicircolare verso il fienile. Il risultato finale, in questo caso, come in generale nelle opere di Porcinai, è il raggiungimento di un'armonia con l'intorno, ottenuta assecondando ed esaltando lo spirito del luogo.
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Riferimento bibliografico:
G.Medoro, Il Giardino di Pietro Porcinai: analisi di un intervento sulla collina fiorentina, in Flortecnica "La continuità e la contiguità floristica e paesaggistica nella progettazione dei giardini", Maggio 2000
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