Rifiuti, mossa della Regione: nuovo impianto a Colleferro. Lavorerà 250mila tonnellate di materiali da discarica

L'assessore Valeriani: «Produrremo energia e riutilizzeremo materiali come plastica e vetro»

Rifiuti, mossa della Regione: nuovo impianto a Colleferro. Lavorerà 250mila tonnellate di materiali da discarica
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 26 Ottobre 2022, 07:13

A novembre sarà pubblicato il bando per affidare a un soggetto privato la sua costruzione. Nel 2025, per il Giubileo, aprirà poco prima del termovalorizzatore voluto a Roma dal sindaco Roberto Gualtieri. La Regione risponde alla mancanza di impianti del Lazio (da gennaio non ci sarà una discarica in funzione) con la costruzione di un biodigestore a Colleferro che lavorerà ogni anno 250mila tonnellate di materiali. Un impianto all'avanguardia, senza dover bruciare la spazzatura e con emissioni quasi zero, che tratterà gli scarti dei Tmb, quelli che oggi vanno in discarica, restando nei terreni per l'eternità. Spiega l'assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, «produrremo energia e riutilizzeremo materiali come plastica e vetro recuperandoli da quello che viene buttato in discarica: tratteremo questi scarti per estrarre biocombustibile e per dare nuova vita a plastica e vetro. In Italia non esiste un impianto così avanzato nel campo dell'economia circolare. E si affiancherà al termovalorizzatore di Roma».

L'OBIETTIVO

Questo impianto, sui terreni della controllata regionale Lazio Ambiente, nascerà a Colleferro dove un tempo c'era il vecchio termovalorizzatore (ora in disuso) e non lontano dalla discarica chiusa nel 2020 e adesso in fase di bonifica. Tutto nasce dalla volontà della Regione di accelerare sull'economia circolare per chiudere il ciclo dei rifiuti e dal progetto, presentato a via Cristoforo Colombo, da una multinazionale canadese. Il biodigestore lavorerà il cosiddetto esitato, gli scarti dei Tmb che essiccano i rifiuti: con un processo biologico a freddo, senza combustione, i rifiuti saranno messi in cellette in un ambiente semiumido in grado di accelerare la produzione di biometano, di gas. Una volta concluso questo processo, dallo stesso materiale verranno estratti plastica, vetro e altri materiali solidi, depurati e fusi da impiegare per uso industriale. «A novembre - spiega Valeriani - sarà messo al bando il progetto presentato da un grande player internazionale per trovare l'azienda migliore per realizzarlo con il sistema del project financing. Cioè con soldi propri. Parliamo di un investimento da 100 milioni di euro. Tra dicembre e gennaio affideremo i lavori, che dopo le ultime autorizzazioni partiranno a metà del 2023 per concludersi nel 2025, in concomitanza del Giubileo». Valeriani ci tiene a sottolineare l'impatto ambientale dell'operazione: «Con questo impianto, che servirà anche Roma, ridurremo il turismo dei rifiuti nel Lazio. Si traduce in un taglio di 4 milioni di CO2 all'anno e 10mila camion in meno. Abbatteremo di due terzi il ricorso alla discarica e la diffusione di materiali velenosi. Recupereremo, come chiede la Ue plastica, vetro e biocombustibile di qualità. Senza emettere miasmi».
L'azienda vincitrice del bando otterrà una concessione di 15 anni per la gestione dell'impianto, che resterà di proprietà pubblica attraverso Lazio Ambiente.

A regime il biodigestore dovrebbe produrre 20 milioni di normalmetricubi di gas da immettere sul mercato. «Nel piano dei rifiuti del Lazio del 2020 - conclude Valeriani - abbiamo previsto a Colleferro una struttura che chiudesse in maniera ecosostenibile il ciclo dei rifiuti: dalle zozzerie oggi finite in discarica recupereremo combustibile e materie prime e secondarie. Questo è il completamento di una strategia virtuosa complessiva, che ha aiutato i Comuni con appositi finanziamenti a portare la differenziata nel Lazio al 54 per cento (senza Roma saremo al 62, sopra la media italiana), ha costituito organismi di controllo come gli Egado e ha messo le basi per la costruzione di impianti di nuova generazione. Perché senza questi passaggi è impossibile ridurre l'inquinamento così come la Tari ai cittadini».

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