Divieto di fumo sempre più esteso all'aperto, ecco il nuovo ddl

Ripresentato il disegno di legge sottoscritto da 60 senatori: stop alle fermate di bus e treni, fuori da bar, ristoranti, stadi e palazzetti e in tutti gli ospedali
Un cartello che segnala il divieto di fumare
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Lo scorso maggio l’Istituto superiore di sanità e l’Istituto Mario Negri rivelarono che, secondo le stime, nei primi sei mesi dell’anno, proprio in corrispondenza di nuove misure di isolamento per il Covid-19 legate ai colori delle regioni, 1.2 milioni di persone in più rispetto a novembre 2020 avevano iniziato a fumare. Dall’inizio della pandemia alla fine del lockdown più duro della primavera 2020 sembrò esserci stata una flessione, mentre i rilevamenti seguenti individuarono appunto un nuovo trend di crescita. A oggi il 26.2% degli italiani, più o meno 11.3 milioni di persone, è un fumatore. Non solo: un giovane su tre tra i 14 e i 17 anni ha avuto i primi rapporti con il fumo di tabacco e quasi il 42% con le sigarette elettroniche.

Non basta ancora: ogni anno, dice l’Oms, circa 1.2 milioni di persone muoiono per patologie legate al fumo passivo. Si aggiungono agli 8 milioni che scompaiono a causa del tabagismo. Per questo l’Italia, che fu fra i primi paesi in Europa a vietare il fumo nei locali pubblici con la legge Sirchia del 2003 – prima ci erano arrivati solo l’Irlanda nel 1988 e la Finlandia nel 1995 – intende proseguire sul percorso della prevenzione e del contrasto. Come? Riducendo ancora gli spazi dedicati a fumo e «svapo». Una proposta di legge, firmata da oltre 60 senatori di tutte le forze politiche dal 2019, è stata ripresentata a Palazzo Madama pochi giorni fa. Il primo firmatario del ddl è Giuseppe Auddino del Movimento 5 Stelle. All’evento hanno partecipato anche l’associazione IDeal, che ne è promotrice, l’Istituto nazionale dei tumori e la Fondazione Veronesi.

Obiettivo: aumentare gli spazi all’aperto dove è vietato fumare. Di fatto ampliando i provvedimenti approvati nel 2013 e nel 2016 che avevano bandito le sigarette rispettivamente dalle aree di pertinenza delle scuole e poi degli ospedali, degli Irccs pediatrici, di reparti pediatrici, ginecologici, di ostetricia e neonatologia, oltre che nelle auto in presenza di minori o donne in gravidanza. Il divieto di fumo si estenderebbe, qualora il ddl fosse approvato, anche alle pertinenze esterne di tutti gli ospedali, alle aree esterne di ristoranti, bar e altri esercizi commerciali dove si mangia e si beve, alle spiagge libere e agli stabilimenti, ai parchi e alle aree gioco, ai monumenti pubblici di valore storico e artistico. E ancora agli stadi, alle arene, agli impianti sportivi e altri luoghi pubblici e aperti al pubblico in occasione di manifestazioni o di spettacoli, infine alle banchine di attesa dei treni e alle fermate degli autobus, come ad esempio è già vietato dal regolamento specifico approvato a Milano.

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L'obiettivo è rendere il paese del tutto libero dal fumo. Ogni anno il limite di età sarà alzato e fumare diventerà illegale in tutta la nazione. La legge sarà una delle più severe al mondo. «Vogliamo fare in modo che i giovani non inizino mai a fumare»

Se non ci mettiamo in scia dei paesi con le legislazioni più avanzate, come la Nuova Zelanda che vuole vietare l’acquisto di sigarette agli attuali under 14 per tutta la loro vita, o alla Svezia che vorrebbe diventare il primo paese smoke free nel giro di un quinquennio, poco ci manca. Secondo Stefano Consonni, responsabile della campagna contro il fumo passivo di IDeal, «la politica deve agire in fretta. Oggi i fumatori in Europa sono circa il 20%, un numero che secondo il Piano per la lotta contro il cancro della Commissione Europea, va ridotto a meno del 5% entro il 2040. Nel piano dell’Oms, inoltre, si chiede di ridurre il consumo di tabacco del 30% entro il 2025». Giulia Veronesi, membro del cda della Fondazione Veronesi e direttrice del programma di chirurgia robotica toracica dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha invece sottolineato che «ogni giorno in Italia muoiono 100 persone di tumore al polmone, quindi 35mila morti all’anno: è come se un aereo carico di fumatori si schiantasse a terra ogni giorno. Le sigarette contengono più di 1.000 sostanze e 70 di queste sono cancerogene. L'esposizione di un pacchetto al giorno equivale a quella di 25 radiografie».

Il divieto non riguarderebbe solo le sigarette tradizionali ma anche le sigarette a tabacco riscaldato, novità degli ultimi anni, e le più note elettroniche: sono prodotti che sono comunque nocivi per chi non fuma, rilasciano composti tossici nell’aria, favoriscono l’avvicinamento dei più giovani e sul loro utilizzo per smettere di fumare il dibattito è ancora aperto. Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della Salute, ha aggiunto che «il primo scopo di una legge che contrasti il fumo è quello di proteggere dal fumo passivo coloro che non fumano. Poi ci sono degli obiettivi secondari come determinare una motivazione e un aiuto a smettere di fumare e direi soprattutto ridurre quella che è l’iniziazione dei soggetti più giovani al fumo e penso che questa sia la parte più importante di cui si vedranno gli effetti nel tempo». Il ddl dovrà ora essere incardinato e dunque discusso il prima possibile alla commissione Igiene e sanità del Senato, a cui è stato assegnato lo scorso febbraio senza mai essere esaminato, negli auspici entro gennaio. Il governo, ha detto Sileri, «aiuterà nel velocizzare tutto quello che è l’iter; l’Italia ha bisogno di una legge del genere per se stessa, ma anche come esempio per i ragazzi più giovani e per gli altri paesi europei».

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