Un disegno di legge per aumentare i divieti di fumo anche negli spazi aperti

La proposta di legge presentata in Senato dal Movimento 5 Stelle propone di estendere lo stop anche all'esterno di bar, ristoranti, stadi, parchi, monumenti e spiagge
Sigarette
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Aumentare gli spazi senza sigarette all’aperto, per città sempre più “smoke free”, cioè a prova di non fumatori, soprattutto se donne, bambini o soggetti particolarmente vulnerabili. Questo l’obiettivo della proposta di legge firmata a fine 2019 da oltre 60 senatori e che vede come primo firmatario Giuseppe Auddino del Movimento 5 Stelle (M5S). Il provvedimento è stato ripresentato in Senato il 10 dicembre in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche l’Istituto nazionale dei tumori, la Fondazione Veronesi e l’associazione IDeal (promotrice, a fine 2020, dell’iniziativa Milano come New York: vietiamo il fumo fuori dai locali pubblici). Tutti uniti e con tempismo perfetto, visto che proprio il giorno prima la Nuova Zelanda aveva annunciato l’intenzione di lavorare a un piano d’azione per vietare l’acquisto di tabacco agli under 14 per tutta la vita (e diventare una nazione libera dal fumo dal 2025). Durante l’incontro è stato evidente che l’Italia non può più aspettare e il provvedimento va calendarizzato quanto prima. All’incontro c’erano anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri e la presidente della Commissione Sanità Annamaria Parente, che hanno assicurato: “Metteremo il prima possibile all’ordine del giorno la proposta di legge, il governo aiuterà a velocizzare l’iter parlamentare”. 

Cosa prevede il ddl smoke-free

Una premessa: negli ultimi anni sono stati tre i principali step legislativi della lotta al tabagismo. Il primo, rivoluzionario, è stato la legge Sirchia, dal nome dell'allora ministro della Salute Girolamo Sirchia, che nel 2003 ha introdotto il divieto di fumo in tutti i luoghi chiusi, pubblici e aperti al pubblico. Poi nel 2013 le sigarette sono state bandite anche nelle aree di pertinenza delle istituzioni scolastiche. Infine, nel 2016, il divieto è stato esteso alle pertinenze esterne di ospedali e Irccs pediatrici, di reparti pediatrici, ginecologici, di ostetricia e neonatologia, nonché negli autoveicoli con minori e donne in gravidanza. 

Il ddl Auddino vuole introdurre importanti novità, a partire dall’estensione del divieto non solo alle aree attorno a qualunque ospedale, Irccs o reparto, ma soprattutto a spazi prima non contemplati, come: aree esterne di ristoranti e bar (dehor); spiagge libere e stabilimenti balneari oggetto di concessione demaniale; parchi e aree gioco; monumenti pubblici di valore storico e artistico; stadi, arene, impianti sportivi e altri luoghi in cui si svolgono manifestazioni o spettacoli; banchine di attesa dei treni e fermate degli autobus. Inoltre il divieto non riguarderà soltanto le classiche “bionde”, ma anche le sigarette a tabacco riscaldato e quelle elettroniche: prodotti che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono nocivi anche per i non fumatori, che rilasciano nell’aria composti tossici e la cui utilità per smettere di fumare è ancora tutta da dimostrare.  

Alcuni dati: ogni anno 1,2 milioni di vittime per fumo passivo

È evidente che il primo obiettivo della proposta è quello di “proteggere dal fumo passivo coloro che non fumano”, come ricordato anche dal sottosegretario Sileri, che ha parlato anche “degli obiettivi secondari, come determinare una motivazione e un aiuto a smettere di fumare e direi soprattutto ridurre quella che è l’iniziazione dei soggetti più giovani al fumo e penso che questa sia la parte più importante di cui si vedranno gli effetti nel tempo”. Secondo i dati dell’Oms ogni anno, agli 8 milioni di persone che muoiono nel mondo a causa del tabagismo, dobbiamo aggiungere 1,2 milioni di non fumatori vittime del fumo passivo

In Italia, ha ricordato Giulia Veronesi, componente del consiglio d'amministrazione della Fondazione Veronesi e direttrice del programma di chirurgia robotica toracica dell’Ospedale San Raffaele di Milano, “ogni giorno in Italia muoiono 100 persone di tumore al polmone, quindi 35.000 morti all’anno: è come se un aereo carico di fumatori si schiantasse a terra ogni giorno. Le sigarette contengono più di mille sostanze e 70 di queste sono cancerogene. L'esposizione di un pacchetto al giorno equivale a quella di 25 radiografie”. 

Roberto Boffi, responsabile di Pneumologia dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, ha ricordato che i coniugi dei fumatori hanno dal 20% al 30% di probabilità in più di ammalarsi di tumore, rispetto ai coniughi dei non tabagisti”, stando ai dati Iarc. Infine, “alcuni studi sull’esposizione al fumo passivo – si legge nella proposta di legge depositata – hanno evidenziato che i livelli di fumo nelle pertinenze esterne degli esercizi di ristorazione sono molto elevati e confrontabili a quelli rilevati nei luoghi chiusi in cui si fuma”. “Gli esperti hanno dimostrato che il fumo all’aperto è dannoso: normare questo aspetto è fondamentale ed è urgente – ha commentato il senatore Giuseppe Addino -. Oltre all’aspetto di sanità pubblica ce n’è anche uno culturale: questa non è una crociata contro i fumatori, ma credo sia una norma necessaria per chi ha il diritto di respirare la propria aria senza subire il fumo passivo”.

La Lega a favore di sigarette elettroniche e simili

Nonostante i dati non lascino dubbi rispetto all’urgenza di una misura del genere, la proposta di legge, una volta in Parlamento, potrebbe scontrarsi con una parte politica che potrebbe voler dare la precedenza ad altri tipi di interessi. Tra gli emendamenti alla Legge di Bilancio presentati giovedì 9 dicembre, infatti, ce n’è uno (Norme in materia di tabacchi lavorati e prodotti succedanei dei prodotti da fumo, n. 4.0.45) che chiede di annullare gli effetti della legge di bilancio di un anno fa, che prevedeva rincari fiscali progressivi (a salire) fissati all’1 gennaio 2021, all’1 gennaio 2022 e all’1 gennaio 2023, per alcune tipologie di prodotti. Tra cui anche sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato. A proporre l’emendamento per evitare i rincari fiscali a carico di questi dannosi prodotti sono stati i senatori Roberta Ferrero, Elena Testor, Paolo Tosato, Antonella Faggi, tutti del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito sardo d’Azione.

Non solo Nuova Zelanda: il mondo è sempre più smoke-free

Non c’è dubbio, però, che l’attenzione della società civile è alta e che sempre più città mirano a diventare libere dal fumo.  L’Italia è stato il terzo Paese in Europa a vietare il fumo nei luoghi pubblici, dopo l’Irlanda (1988) e la Finlandia (1995). A Milano, dal gennaio 2021, il Regolamento sulla qualità dell'aria vieta il fumo alle fermate di mezzi pubblici, parchi e stadi, e a una distanza inferiore a dieci metri da un'altra persona.

Ma non solo. Le spiagge smoke-free nel nostro paese sono sempre più numerose: dal Veneto (Bibione) alla Sicilia (Capaci, Lampedusa, Linosa), passando per la Liguria (Lerici, Sanremo, Savona), l’Emilia Romagna (Ravenna e Rimini), le Marche (Pesaro, San Benedetto del Tronto, Sirolo), il Lazio (Anzio, Ladispoli, Ponza), l’Abruzzo (Alba Adriatica), la Puglia (Manduria ePorto Cesareo) e la Sardegna (Olbia, Sassari, Stintino). Il divieto di fumo in ristoranti all’aperto, parchi, banchine di attesa dei treni e stazioni ferroviarie dal scorso primo luglio è una realtà in Svezia, paese che mira a diventare la prima nazione interamente senza fumo entro il 2025. 

In Australia vige il divieto di fumo in alcuni luoghi pubblici all’aperto già dal 2000 e Melbourne, nel 2016, è diventata la prima città del mondo totalmente smoke-free, dove vige il divieto assoluto di fumare all’aperto. E l’elenco potrebbe continuare ancora per molto. Non è semplicemente buona volontà, sono diverse le istituzioni che chiedono un cambio di marcia: “La politica deve agire in fretta – ha ricordato durante la conferenza stampa Stefano Consonni, responsabile della campagna contro il fumo passivo di IDeal -. Oggi i fumatori in Europa sono circa il 20%, un numero che secondo il piano per la Lotta contro il cancro della Commissione europea, va ridotto a meno del 5% entro il 2040. E nel piano dell’Oms si chiede di ridurre il consumo di tabacco del 30% entro il 2025”.